< L’immagine della/dalla parola > [Accoto 2024]

Il clamore mediatico intorno al lancio di Sora, il motore text-to-video di OpenAI riporta al centro della discussione i temi strategici e filosofici che ho posto nel saggio conclusivo della mia trilogia, “Il mondo in sintesi. Cinque lezioni brevi di filosofia della simulazione”. In maniera prefigurativa, il volume anticipa quanto stiamo ora iniziando a testare e sperimentare: una nuova era inflattiva, saturante delle latenze e simulativa di mondi (dalla parola all’immagine fissa o filmica, a voci e suoni, video e audio e molto altro in prospettiva). Ma che relazione sorprendente e arrischiata c’è, strategicamente e filosoficamente, tra la macchina simulante e il mondo simulato?  
<< Come ci ricorda Gaboury nella sua archeologia della computer graphics, il nostro spazio fisico e mentale è oggi sempre più saturo di questi oggetti-immagine, che spesso tuttavia sfuggono alla nostra consapevolezza, restando a noi invisibili. Queste simulazioni sono di fatto il risultato di una computazione che col tempo ha imparato a ricostruire volumetrie e geometrie. In forma di spazi, di oggetti e di corpi. Una computazione che sa ricreare mondi, dunque, e non solo fare calcoli. Da semplice calcolatrice ed emulatrice del pensiero, la macchina è divenuta simulativa e mimetica del mondo. Se il cervello umano è più un simulatore che un calcolatore come si comincia a sostenere, allora forse potremmo azzardare anche una suggestione. E cioè che è la grafica computerizzata ad avvicinare la macchina al cervello in questa sua capacità di immaginare e simulare costantemente mondi […] Ma che rapporto c’è, dunque, tra realtà fisica e simulazione informatica in ultima istanza? Che cosa possiamo dire di questa nuova relazione tra macchina (che simula) e mondo (simulato)? A ben vedere, oggi possiamo guardare alla simulazione computazionale come a un nuovo modo di interrogare e instrumentare il mondo. La simulazione non è semplicemente teoria applicata e non è neanche solo un nuovo tipo di esperimento. Si situa in una terra di mezzo. È al contempo una nuova forma mentis e un nuovo modus operandi. Il metodo computazionale simulativo, teoretico e strumentale è insieme – dicono i filosofi della scienza – uno «stile di ragionamento» della modellizzazione matematica che privilegia due peculiari dimensioni cognitivo-operative: l’iterazione e l’esplorazione. È quindi una pratica epistemica che affronta la complessità del mondo con nuove strumentalità e nuove metodiche. Detto in maniera piana e breve, la sua caratteristica generale è la capacità di accorciare la distanza tra modello e mondo […] Il modello del mondo, a quel punto, diviene, il mondo del modello >> (Il mondo in sintesi. Cinque brevi lezioni di filosofia della simulazione, Accoto)

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Cosimo Accoto

Research Affiliate at MIT | Author "Il Mondo Ex Machina" (Egea) | Philosopher-in-Residence | Business Innovation Advisor | www.cosimoaccoto.com