< Portare in produzione reale, a scala industriale e con modularità automatizzata efficiente e sicura (tra infrastrutture, dati, algoritmi e applicazioni) un modello linguistico fondazionale implica uno sforzo strategico e ingegneristico non indifferente e non da tutti. Il prompt engineering fatto dall’umano (a cui molti oggi fanno riferimento) è solo la punta sdrucciolevole e più nota di un icerberg sottostante invisibile, impermanente e intrattabile (e, tuttavia, da gestire in qualche modo). Progettare e costruire questo iceberg immaginandolo e implementandolo con tutte le sue complessità richiederà visione e strategia (e moneta). Siamo chiamati ad una fatica erculea per molti versi e, in una certa misura, anche sisifea (utile o inutile questo dipenderà da come la faremo), sovrumana e insieme incessante. Non so quanta consapevolezza diffusa ci sia in merito alla superficie e all’abisso di questo Pianeta Terra Digitale che ci accingiamo ad abitare. Temo sia poca e insufficiente. Così come è ancora tutta da costruire la cognizione filosofica di questa nuova tettonica delle placche digitali … > (postilla a “The Latent Planet”, Accoto 2024)
(fig. 1. “Scalable and Efficient Systems for Large Language Models”, Lianmin Zeng, marzo 2024)(fig.2. “Building More Reliable and Scalable AI Systems with Language Programming” (Omar Khattab, marzo 2024)

