< Dell’ultima parola > (Accoto 2024)

< AI è interrogazione e esercitazione di senso. In questa accezione, si, è anche rischio esistenziale per la specie sapiens. Perché è già un pensare che oltrepassa e oltrepensa questo mondo. L’ultima delle sue provocazioni è intorno alla natura del linguaggio, della parola e della scrittura. Su questo proprio investiga densamente < Last Words > dell’antropologo e linguista Paul Kockelman in uscita a fine 2024. Dunque, l’AI ci sferza culturalmente e filosoficamente rivendicando per sè un provocante (allettante e insidioso) disallineamento: può esistere e secondo quali modi di esistenza, di divenienza e di significanza, un linguaggio senza mente e senza mondo? E, dunque, sono queste le ultime parole umane che stiamo pronunciando prima di dare la parola definitiva alla macchina? E una volta data e presa la parola, l’avrà anche su decisioni e destini? Per rispondere a queste provocazioni intellettuali, abbiamo bisogno di (fare) innovazione culturale. Senza le seduzioni delle sedazioni, senza l’anestetica dell’etica (un’etica consolante e non sferzante l’umano). Perchè forse, a ben guardare, siamo già oltre filosoficamente. Perchè, mentre si discute ingenuamente su chi debba avere l’ultima parola (tra l’umano e la macchina), l’ultima parola in realtà è stata forse già detta. Perchè d’ora in poi la parola umana sarà e dirà altro … > (Accoto 2024, postilla a The Latent Planet)

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Cosimo Accoto

Research Affiliate at MIT | Author "Il Mondo Ex Machina" (Egea) | Philosopher-in-Residence | Business Innovation Advisor | www.cosimoaccoto.com