Saranno mesi, quelli prossimi, di forte sovraesposizione mediatica, ma anche di sperimentazione innovativa sulla frontiera ingegneristica dell’emergente economia agentica. Il recente evento con startup al MIT (Internet of AI Agents, luglio 2025) e le prossime pubblicazioni tecniche di O’Reilly per il 2026 (già leggibili in raw & unedited) testimoniano il fermento in divenire. Per prepararci strategicamente e managerialmente ad affrontare le molte innovazioni culturali che ci attendono, la mia personale lista di testi in uscita o appena usciti che toccano il tema tra ingegneria (prima riga) e filosofia (la seconda).
“… Nell’era degli ecosistemi multi-agentici, la cocreazione di valore sarà un dispositivo “catallattico” (di scambio o transazionale), “simpoietico” (di coevoluzione o coopetitivo) e “prolettico” (di anticipazione o feedforward) con cui attori economici eterogenei -antropici (umani) e non antropici (agenti)- autonomamente e contestualmente scambieranno servizi-per-servizi integrando risorse di varia natura (operanti e operande, tangibili quanto intangibili, naturali e non, proprietarie e non proprietarie, automate ed eteromate, algoritmiche e protocologiche). Con catallassi, simpoiesi e prolessi, questi ecosistemi cercheranno così di valorizzare non solo gli ‘effetti di rete’ (network effects), ma anche gli ‘effetti di scala’ (scale effects) e gli ‘effetti di flusso’ (flow effects). Con planetary stacks, platform protocols e proprietary markets, si punterà a creare posizioni dominanti e vantaggi competitivi accumulanti e premianti. La questione della creazione del valore e della sua distribuzione dentro questi stack planetari (in forma di istituzioni emergenti e anche arrischiate, più centralizzate o decentralizzate si vedrà) verrà dunque ridisegnata nuovamente secondo logiche di dominanza e sudditanza, di presenza e di influenza, in parte antiche, ma in parte anche nuove. Per questo abbiamo necessità, anche sul fronte del pensiero economico, di fare innovazione culturale. Le nuove ingegnerie (come ad esempio i modelli linguistici su larga scala o i registri distribuiti a consenso crittografico o i protocolli comunicativi di una rete quantistica) andranno viste allora nella loro capacità “istituente” (non solo “agente”), come nuovi meccanismi e dispositivi di coordinamento di interazioni socioeconomiche più-che-umane. Non solo come innovazione, ma come istituzione. Siamo pronti a ragionare sul potere istituzionale e istituente degli artificial autonomous agents? …” (Accoto 2025, forthcoming)
ora in lettura “Agentic Mesh” (2026): identità, funzionalità e responsabilità istituenti degli agenti artificiali autonomi in un ecosistema di creazione di valore
“… Like people, no agent stands alone but instead thrives in a community. People have policies and rules that govern their behavior and so do agents. Like people, no one single agent is probably in the position to address larger challenges, and like people, agents work in teams to solve bigger and more complex problems. People organize into multi-layered groups called governments to create frameworks for laws, policies, and regulations, and soon agents will evolve similar governance structures. People organize into modern ecosystems we call businesses to provide services that no individual person can do on their own, and soon so will agents also. Agentic Mesh provides the services that let agents collaborate. It makes agents discoverable, observable, and operable … ” (Agentic Mesh 2026)

