“Il paradigma classico della comunicazione raffigura la tecnologia come canale che veicola informazione tra gli umani, come un medium logistico. L’obiettivo di questo modello veicolare è la sollecitazione e la cattura dell’attenzione dei consumatori umani. Per fare ciò si applicano strategie psicologiche, contenutistiche e persuasive consolidate. E tuttavia, nell’orizzonte tecnico odierno, questa prospettiva meramente antropo-logica (o, come la definisco più propriamente, “antropo-logistica”) della comunicazione rischia di essere una visione incompleta se non interamente obsoleta. Lo scardinamento prodotto dalle nuove tecnologie è sempre più evidente. E non è solo uno smottamento della comunicazione, ma più in generale e in prospettiva un salto strategico che ridisegnerà meccanismi di mercato, interazioni economiche, transazioni umane e non umane. Certamente, questa prospettiva antropocentrata è comprensibile. Comunicazione (e marketing) sono stati forgiati in un mondo di attori economici principalmente “umani”. La questione è, però, che l’arrivo di agenti artificiali di varia natura (dati, algoritmi, protocolli, piattaforme, applicazioni, macchine) che sono agenti (e sistemi) nuovi nel gioco dei mercati impone di cominciare a ripensare e reimmaginare (tra opportunità e vulnerabilità) non solo strategie e pratiche, ma, da ultimo, proprio il senso stesso della comunicazione. In realtà, abbiamo già iniziato da tempo quasi senza accorgercene. A partire dalla “search engine optimization” (SEO) per arrivare all’emergente “proompt engineering optimization” (PEO). Nel primo caso, dunque, con lo sviluppo di siti web attrattivi non solo per consumatori in carne e ossa, ma anche per i bot che vengono a classificare le pagine per i motori di ricerca. Ogni sito web ha, di fatto, due audience: una umana e una inumana. In questo caso stiamo, cioè, comunicando e catturando l’attenzione degli algoritmi di indicizzazione, non solo degli umani (è l’inizio del marketing to machine o ‘markething’ come l’ho ridefinito provocatoriamente nel mio saggio “Il mondo dato”). Ora, anche, con la pratica e la disciplina dell’ingegneria dello spunto (prompting). Interrogazioni, istruzioni, dati, esempi sono di norma gli input impiegati per sollecitare in linguaggio naturale la macchina a produrre, attraverso un modello matematico ottimizzato su token linguistici, l’output desiderato: una conversazione, un testo, un riassunto …” (Accoto 2023)
—–
Su questi temi di frontiera, in uscita un poderoso volume (600 pagine) dedicato alle emergenti forme della comunicazione umano-macchina. Diviso in 4 sezioni (Histories and Trajectories, Approaches and Methods, Concepts and Contexts, Technologies and Applications) aggiorna modelli e paradigmi del percorso che ci ha portato alla parola sintetica. Su questa e su GPT e dintorni, potete anche leggere il mio contributo su EconomyUP
https://www.economyup.it/innovazione/chatgpt-e-altri-stiamo-entrando-nellera-della-parola-sintetica-che-scardinera-imprese-e-mercati/
