Nei discorsi correnti, la tecnologia della blockchain viene di norma essenzializzata. Si tende, cioè, a dire cosa “è” la blockchain, impiegando definizioni descrittive. La blockchain -si dice- è un registro pubblico delle transazioni distribuito e decentralizzato. A queste caratteristiche se ne aggiungono, poi, di norma delle altre: è immutabile, sicuro e trasparente. Questo approccio “essenzialistico” ha indubbiamente un pregio: rende qualitativamente e facilmente comprensibile l’oggetto della definizione. Al contempo, però, ha un grande limite: quello di impedire una comprensione effettiva della tecnologia a partire dal suo emergere fattuale e dalla sua operatività concreta. Si suggerisce l’impressione che esista una tecnologia corrispondente alla definizione astratta di blockchain. Una tecnologia che avrebbe, per sua intrinseca costituzione, quei caratteri di decentralizzazione, di immutabilità, di sicurezza e trasparenza richiamati. Questo approccio essenzialistico nasconde, tuttavia, la realtà… (continua qui)