Blockchain: logiche del registro e filosofie del tempo (Accoto 2018)

La necessaria focalizzazione sulle meccaniche ingegneristiche della tecnologia blockchain rischia di sotto attenzionare le dimensioni filosofiche fondative di cos’è un “registro”, insieme alle logiche temporali che istanzia e alle sue implicazioni socioculturali più ampie.

Il registro nella sua forma più astratta è storicamente una tecnologia della memoria sociale dello stato del mondo in un dato momento. Ha dunque, primariamente, una funzione “epistemica” in quanto è in grado di creare e conservare, ad ogni dato momento, la conoscenza e la verità dello stato di entità e relazioni nel tempo. Ma ha anche una funzione “istitutiva” in quanto a partire da quello stato di conoscenza e verità consente di attivare e validare cambiamenti futuri dello stato delle cose. Funzione epistemica e funzione istitutiva sono a loro volta intrecciate a logiche temporali.

In uno schema semplificato e seguendo alcune prime suggestioni, proviamo ad esplorare e ad accennare sia pur brevemente, a queste dimensioni temporali che incrociano ingegneria del registro e filosofia del tempo.

Primariamente, la blockchain è chiamata a istanziare una logica filosofica temporale cosiddetta “incrementista” (i filosofi del tempo la chiamano growing block view o teoria del blocco crescente). Il presente -che nell’attuale blockchain di Bitcoin dura circa 10 minuti, cioè il tempo di produzione e pubblicazione di un nuovo block– è rappresentato dall’ultimo blocco pubblicato che è il margine accrescitivo (ultimo fino a quel momento) di una catena di blocchi a solo accodamento di dati. Il passato -catena dei blocchi ad un dato tempo- non si può modificare così come accade, in effetti, anche per il passato storico tout court (è sentimento comune che non si possa cambiare quello che è accaduto). Le transazioni -nel nostro caso, ad esempio, gli scambi di bitcoin- persistono componendo il catalogo complessivo delle entità digitali create, conservate e circolate fino ad un dato momento. Il loro modo di esistenza in quanto oggetti digitali può variare nel corso del tempo: inputoutputunspent transaction output o utxo….

Con gli smart contract, invece, la blockchain è chiamata a istanziare fortemente anche un’altra logica filosofica del tempo, quella che potremmo chiamare “erosionista (i filosofi del tempo la qualificano come shrinking block view o teoria del blocco decrescente). Nella blockchain di Ethereum questa dimensione è particolarmente visibile. Potremmo dire, allora, che il presente – che nella blockchain di Ethereum dura pochi secondi (5-30), cioè il tempo di produzione e pubblicazione di un nuovo blocco- è il margine attuale della catena di blocchi a venire che viene erosa, progressivamente, in relazione ai futuri possibili emergenti. C’è naturalmente ancora la dimensione incrementale, ma quella proiettiva e oracolare con codice software che istanzia logiche di business (ad esempio: if this, then thatrun until that…) aggiunge nuovo valore. Tipicamente, gli oracoli (oracles, sono fonti informative terze, esterne alla blockchain che alimentano i contratti intelligenti) contribuiscono con i loro dati all’emergere di questi futuri potenziali. Notificando gli eventi trigger agli smart contract, erodono il nuovo blocco dal futuro portandolo così verso il presente e poi il passato….

(Accoto 2018, work in progress, continua)

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Cosimo Accoto

Research Affiliate at MIT | Author "Il Mondo Ex Machina" (Egea) | Philosopher-in-Residence | Business Innovation Advisor | www.cosimoaccoto.com