La necessaria focalizzazione sulle meccaniche ingegneristiche della tecnologia blockchain rischia di sotto attenzionare le dimensioni filosofiche fondative di cos’è un “registro”, insieme alle logiche temporali che istanzia e alle sue implicazioni socioculturali più ampie.
Il registro nella sua forma più astratta è storicamente una tecnologia della memoria sociale dello stato del mondo in un dato momento. Ha dunque, primariamente, una funzione “epistemica” in quanto è in grado di creare e conservare, ad ogni dato momento, la conoscenza e la verità dello stato di entità e relazioni nel tempo. Ma ha anche una funzione “istitutiva” in quanto a partire da quello stato di conoscenza e verità consente di attivare e validare cambiamenti futuri dello stato delle cose. Funzione epistemica e funzione istitutiva sono a loro volta intrecciate a logiche temporali.
In uno schema semplificato e seguendo alcune prime suggestioni, proviamo ad esplorare e ad accennare sia pur brevemente, a queste dimensioni temporali che incrociano ingegneria del registro e filosofia del tempo.
Primariamente, la blockchain è chiamata a istanziare una logica filosofica temporale cosiddetta “incrementista” (i filosofi del tempo la chiamano growing block view o teoria del blocco crescente). Il presente -che nell’attuale blockchain di Bitcoin dura circa 10 minuti, cioè il tempo di produzione e pubblicazione di un nuovo block– è rappresentato dall’ultimo blocco pubblicato che è il margine accrescitivo (ultimo fino a quel momento) di una catena di blocchi a solo accodamento di dati. Il passato -catena dei blocchi ad un dato tempo- non si può modificare così come accade, in effetti, anche per il passato storico tout court (è sentimento comune che non si possa cambiare quello che è accaduto). Le transazioni -nel nostro caso, ad esempio, gli scambi di bitcoin- persistono componendo il catalogo complessivo delle entità digitali create, conservate e circolate fino ad un dato momento. Il loro modo di esistenza in quanto oggetti digitali può variare nel corso del tempo: input, output, unspent transaction output o utxo….
Con gli smart contract, invece, la blockchain è chiamata a istanziare fortemente anche un’altra logica filosofica del tempo, quella che potremmo chiamare “erosionista (i filosofi del tempo la qualificano come shrinking block view o teoria del blocco decrescente). Nella blockchain di Ethereum questa dimensione è particolarmente visibile. Potremmo dire, allora, che il presente – che nella blockchain di Ethereum dura pochi secondi (5-30), cioè il tempo di produzione e pubblicazione di un nuovo blocco- è il margine attuale della catena di blocchi a venire che viene erosa, progressivamente, in relazione ai futuri possibili emergenti. C’è naturalmente ancora la dimensione incrementale, ma quella proiettiva e oracolare con codice software che istanzia logiche di business (ad esempio: if this, then that; run until that…) aggiunge nuovo valore. Tipicamente, gli oracoli (oracles, sono fonti informative terze, esterne alla blockchain che alimentano i contratti intelligenti) contribuiscono con i loro dati all’emergere di questi futuri potenziali. Notificando gli eventi trigger agli smart contract, erodono il nuovo blocco dal futuro portandolo così verso il presente e poi il passato….
(Accoto 2018, work in progress, continua)