Fiducia, sfiducia e rischio nella computazione (Accoto 2022)

Il tema del trust/distrust nella computazione e nella programmazione diventerà sempre più centrale e ineludibile per la nostra società, economia e politica. Dalla costruzione di una “trustworthy AI” anche robotica all’implementazione del “trustless protol” della blockchain, dalla pratica della “zero trust security” in cybersicurezza al monito del “trust-no-one” per media sintetici, deep fake e infowar alla realizzazione della futura “trusted” quantum internet, la civiltà digitale è chiamata con urgenza a immaginare filosoficamente e a costruire ingegneristicamente nuovi contratti e sistemi sociotecnici fiduciari, affidabili e sostenibili. La fiducia computazionale, dunque, sarà uno dei pilastri rilevanti della nuova terraformazione digitale del nostro presente/futuro e del nostro pianeta. Potremmo anche azzardare che, per la società, sarà il tema chiave. Al di là delle specifiche questioni (esplicabilità dell’intelligenza artificiale, immutabilità della blockchain, vulnerabilità nella sicurezza informatica, virtualità degli umani digitali e delle esperienze estese dentro i metaversi, novità paradossali dei simulatori quantistici) c’è la questione primaria e fondativa della fiducia nella computazione (trusted computing). Fiducia, cioè, che i sistemi (programmi, algoritmi, protocolli, dispositivi) si comportino in accordo con le nostre aspettative e per come dovrebbero comportarsi in una relazione fiduciaria tra parti, cioè con correttezza ed equità, in sicurezza e genuinità, tempestivamente e efficacemente, ecc. Che si tratti di fiducia implicita o esplicita, distribuita o ancorata, transitiva o intransitiva, sarà necessario affrontare e sciogliere le molte crisi (epistemiche, istituzionali, securitarie) causate da perdita di fiducia nella tecnologia. Trust e technology, dunque, nuovamente al centro. Come ri/costruire, allora, nuove forme di affidabilità e nuove strategie di affidamento dentro un’insicurezza ontologica nativa della computazione e della programmazione? Perché, ad esempio, le pratiche di cyberinsurance, di assicurazione informatica, storicamente adottate sembrerebbero non funzionare come argomenta Wolff in Cyberinsurance Policy? Di quale innovazione culturale abbiamo ancora bisogno per poter mitigare al meglio i rischi sociali (tra collassi e attacchi) connessi alla fiducia computazionale? (Accoto 2022) 

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Cosimo Accoto

Research Affiliate at MIT | Author "Il Mondo Ex Machina" (Egea) | Philosopher-in-Residence | Business Innovation Advisor | www.cosimoaccoto.com