Su Marketing24 del Sole 24 Ore in edicola oggi trovate un mio intervento-intervista a tema ‘metaverso’ insieme all’articolo di apertura di Colletti e Grattagliano e ai contributi di Longo (McKinsey) e Lamberti (Politecnico Milano)
Quattro sono stati i passaggi chiave del mio intervento:
> Il cambiamento del metaverso
“Abitare ambienti virtuali persistenti significa (per i brand) progettare e (per i consumatori) vivere nuove esperienze di “presenza” immersiva (ar, vr, xr) ben oltre l’esposizione ai siti o l’interazione con app. L’idea in divenire è che saremo sensorizzati, presenti e attivi coi nostri avatar (e wallet) in mondi ricreati sinteticamente. Non più cataloghi online da sfogliare o app da cliccare”
> Innovazione e progettualità
“C’è hype e rischio, ma le aziende stanno anche facendo business experimentation e learning strategico. Dalla moda all’intrattenimento, dall’educazione al gaming e poi medicina, sport, arte, lavoro. Diversi i progetti e gli scopi: visibilità e presidio, ma anche costruzione di identità e comunità, creazione di proprietà, diritti, beni digitali (nft), design di realtà estese (dai pixel ai voxel)”
> Importanza della simulazione
“È la capacità dei computer di riprodurre sinteticamente il mondo. Le merci vengono prima create in simulazione e poi fabbricate, la mobilità urbana viene simulata e così ottimizzata, digital twin degli impianti sono usati per simulare asset fisici, nel biotech nuovi organismi vengono simulati e poi assemblati. Forse non viviamo in una simulazione, ma di certo vivremo grazie a queste simulazioni”
> Come sarà questo domani?
“Sta a noi nel bene e nel male. Abbiamo usato manichini fisici (avatar analogici) nei crash test per creare esperienze di guida più sicure. In futuro potrà essere che useremo avatar virtuali per fare esperienze aumentate: acquisti, lavori, lezioni, giochi, cure. Quello dei manichini non è stato un mondo perfetto, tutt’altro. Quello degli avatar perché non crearlo più aperto, inclusivo, sicuro, giusto?”
