Qui trovate il mio articolo pubblicato su Harvard Business Review (marzo 2023) “sull’era della parola sintetica”. Un grazie al direttore Enrico Sassoon per l’interesse verso le mie esplorazioni filosofiche arrischiate, per l’invito a contribuire allo speciale sull’intelligenza artificiale e l’ospitalità dentro le pagine dell’ultimo numero della rivista.
“Attraverseremo e abiteremo una nuova uncanny valley: l’era inflattiva dell’intelligenza artificiale generativa. Linguaggi macchinici, immagini artificiali, musiche sintetiche, mondi virtualizzati, identità avatariche e molto altro. Come ho scritto nel mio saggio “Il mondo in sintesi”, è un nuovo catalogo del reale che nasce popolato di contenuti, informazioni, creazioni, storie, simulazioni, giochi, esperienze che non hanno precedenti nella storia della civiltà umana. O meglio: questa è l’ennesima, nuova spinta mediale inflattiva che arriva a turbare e scardinare radicalmente logiche e dinamiche consolidate da qualche tempo per l’umano su questo pianeta. Tuttavia, un’era mediale inflazionaria non è tale solo per l’esplosione di tecniche riproduttive, contenuti mediali, veicoli distributivi o velocità di circolazione. “A media age does not become inflationary merely because of the multiplications of kinds, speed, and power of media, however. Media become inflationary when the scope of their representation of the world threatens the confines of their culture’s prior notions of reality” (Medialogies, Castillo & Egginton). È un attacco alla nozione di realtà e alla sua rappresentazione (storicamente determinata) che l’umano ha prodotto e di cui istanzia il collasso. A fronte di questo attacco e collasso, un umanesimo impaurito o arrabbiato, ma anche per converso ingenuamente entusiasta non ci aiuterà. Non sarà una soluzione un umanesimo che proponga timorosamente la restaurazione culturale del ‘tornare all’umano’ o del ‘restare umani’. Piuttosto, dobbiamo prepararci a sfide importanti e di lungo periodo al di là delle banalità e delle ingenuità che si possono leggere quotidianamente. Siamo in una uncanny valley tecnologica tutta da esplorare nuovamente nelle sue potenzialità e vulnerabilità. Come in altre epoche inflazionarie, abbiamo bisogno di un umanesimo che sappia coraggiosamente promuovere un’innovazione culturale. Come fece, ad esempio, Lorenzo Valla inventando nel 1440 la filologia (De falso credita et ementita Constantini donatione) a contrasto delle vulnerabilità della neonata parola “scritta” (e poi stampata) dopo l’era della parola “detta”. All’epoca, per cogliere i benefici di quell’era inflazionaria abbiamo avuto bisogno di fare innovazione culturale. Allo stesso compito siamo chiamati oggi dentro questa nuova era inflazionaria dell’intelligenza artificiale generativa” (Accoto 2023, postilla)