A quattro anni di distanza da “Prediction Machines” (HBR, 2018), i tre autori tornano con un nuovo saggio “Power and Prediction” (HBR, 2022) centrato sulla questione sempre più strategica della relazione tra economia della predizione, nuove competenze di decision-making e strategie di competizione nel business. Con un’attenta investigazione economica di cosa accade quando le capacità predittive scardinano e riconfigurano processi decisionali e poteri decisionali dalla medicina alla manifattura, dall’intrattenimento alla mobilità, dal banking all’insurance e del rischio più in generale (“The Age of Prediction”, 2023 forthcoming; “Gradient Expectations”, 2023 forthcoming). Se nella prima fase di sviluppo dell’AI abbiamo visto l’applicazione in settori e soluzioni verticali (senza necessità di ridisegnare architetture e flussi industriali), con la seconda fase di penetrazione dell’AI nel tessuto economico e sociale, dicono gli autori, si può immaginare una riconfigurazione molto più radicale di modelli, strutture, pratiche. Raccontano, con un parallelismo dalla storia economica, cosa è accaduto per le due wave dell’introduzione dell’elettricità nel sistema di fabbrica: la prima ondata si è focalizzata sulla riduzione del costo nelle fonti energetiche, la seconda ha completamente ridisegnato architetture fisiche, catene produttive, forme organizzative. Così immaginano sarà per la rivoluzione dell’AI predittiva. Nella prima rivoluzione macchina e energia sono state sdoppiate, nella seconda previsione e decisione. Ma non è solo un disaccoppiamento tra prediction e judgment, dicono. È, più profondamente, anche uno spostamento ecosistemico di potere e di agenti, di modi e luoghi di esercizio del decidere via via che svilupperemo non solo “soluzioni”, ma “sistemi” di AI. Questo passaggio -come lo definisco- dalla società dell’archivio alla società dell’oracolo sarà un passaggio epocale ricco di opportunità e incognite. Perchè un mondo a feedforward (non solo a feedback), perchè l’era dell’oracolo? Perché come umani non abbiamo solo la necessità di gestire il sovraccarico informativo del presente, ma anche di gestire l’incertezza informativa sul futuro. Non vogliamo ammalarci (medicina predittiva), non vogliamo trovare traffico in strada (mobilità allertativa), non vogliamo che si rompa il macchinario in fabbrica (manutenzione preventiva), non vogliamo perder tempo a scegliere il prossimo film da vedere dal catalogo (medialità raccomandativa), non vogliamo essere sorpresi da attacchi informatici (cybersicurezza adescativa) e così via. Vivremo in un tempo costantemente anticipato anche inavvertitamente: dal real-time al near-time. Le architetture planetarie sensitive, connettive, cognitive, simulative e attuative (tra codice, sensori, dati, algoritmi, protocolli e simulazioni) creeranno una nuova economia e un business a feedforward. Comprenderla al meglio è un compito culturale e strategico cruciale oggi per imprese e mercati (Accoto 2023)