WEBOOK 2013 (cap.4 by Cosimo Accoto)
“A giugno 2013 il termine ‘Big Data’ è stato incluso ufficialmente nell’aggiornamento online trimestrale della Oxford English Dictionary. La definizione descrive il fenomeno come “dati di una dimensione molto grande, in genere nella misura in cui la loro manipolazione e gestione presentano notevoli difficoltà logistiche”. Un anno prima, due delle principali fonti scientifiche e di business avevano dedicato al tema un numero speciale. Nel mese di agosto 2012, Significance (la rivista bi-mensile pubblicata sul conto della Royal Statistical Society e dell’Associazione Americana di Statistica) ha pubblicato un numero dedicato ai Big Data parlando delle dimensioni scientifiche del tema. Due mesi dopo, Harvard Business Review ha pubblicato ‘Big Data: The Management Revolution’ coinvolgendo manager ed esperti per discutere il lato di business e management del fenomeno. L’anno prima ancora (2011), due importanti report avevano acceso il dibattito: un rapporto di 156 pagine di McKinsey che analizzava i Big Data come ‘la prossima frontiera per l’innovazione, la concorrenza e la produttività’ e l’inclusione dei Big Data nell’hypecycle di Gartner per le tecnologie emergenti. Da ultimo, anche il journal accademico Marketing Science ha individuato nei Big Data una top priority emergente nei trend delle ricerche e analisi (vedi figura 1). Eppure, come il filosofo dell’informazione Luciano Floridi ha recentemente detto “non è chiaro che cosa esattamente con il termine big data si intenda”. Ma, cosa sono allora i “Big data”? (continua…Cosimo Accoto, 2013, Big Data tra hype e realtà, Webook 2013, I Quaderni di Comunicazione, from p.34)