“Stiamo entrando nella feedforward economy. Se finora abbiamo vissuto al tempo dell’archivio, ora cominciamo a fare esperienza del tempo dell’oracolo. L’orizzonte non è più il real-time, ma il near-time: non il tempo presente, ma quello prossimo. Le architetture planetarie sensitive, connettive, cognitive, attuative (tra codice, sensori, dati, algoritmi, protocolli) creano un mondo in cui l’informazione non fluisce dal passato al presente, ma dal futuro al presente. Il dispositivo tecnico oracolare (arrischiato) ha l’obiettivo di ridurre la latenza informazionale tra il tempo (antropico) dell’accadere futuro degli eventi e il tempo (macchinale) presente del processare dati. Così si evoca e istanzia lo scarto temporale tra il tempo dell’umano e quello della macchina. Passiamo dal ridurre lo scarto tra passato e presente (skew time) al ridurre lo scarto tra futuro e presente (forward time). Con un paradosso, potremmo osare e dire che la tecnica inverte l’ordine del tempo: il futuro accade prima del presente. Perché può creare valore questo passaggio? Perché come umani non abbiamo solo la necessità di gestire il sovraccarico informativo del presente, ma sempre più quella di gestire l’incertezza informativa del futuro” (Accoto 2021)
