“Una computazione che scala e si immonda a livello planetario rischia l’essere del mondo. Se, dunque, non esiste un’esperienza della computazione che possa dirsi e farsi sicura, dobbiamo riconoscere allora che oggi è il mondo nella sua totalità la superficie (e l’abisso) dell’attacco. Il mondo nel suo divenire non più semplicemente calcolo del rischio, ma più ontologicamente calcolo a rischio. Un rischio duplice: endogeno di fallibilità ed esogeno di vulnerabilità. Così siamo chiamati a farci carico del divenire della programmazione (del coding) come scrittura fallibile e vulnerabile del mondo. Affrontare questa nuova condizione più-che-umana richiederà, allora, uno sforzo di fattorizzazione ingegneristica continua tanto quanto di speculazione filosofica profonda”(Accoto 2021)