[preview] “Il mondo in sintesi”, il mio nuovo saggio, esce il 7 aprile. Sono molto felice di anticipare qui la copertina. Si completa così la mia trilogia filosofica sulla civiltà digitale. Dopo le lezioni sulla filosofia della programmazione (“Il mondo dato”, 2017) e quelle sulla filosofia dell’automazione (“Il mondo ex machina”, 2019), è ora la volta di cinque incursioni nella filosofia della simulazione (“Il mondo in sintesi”, 2022). Come ho scritto nel nuovo libro «forse non viviamo dentro una simulazione, ma di certo vivremo grazie ad una simulazione». O meglio, in virtù delle molte simulazioni che stanno ridisegnando il nostro mondo. Volti artificiali e corpi olografici, gemelli digitali e token crittografici, dati simulati e intelligenze sintetiche, creature biorobotiche e carni coltivate, metaversi aumentati e virtuali fino ad arrivare ai simulatori quantistici e alle neuroprotesi. Qualcuno l’ha definita l’età d’oro della simulazione: uno spettro ampio di meraviglie (per alcuni) e di mostruosità (per altri). Ma c’è di più, io credo: queste diverse, sorprendenti e talvolta arrischiate ingegnerie simulacrali assemblano oggi, filosoficamente, un nuovo catalogo del reale. Danno vita a un pianeta ricreato e popolato da entità, esperienze ed ecologie generate – a vario titolo e senso – attraverso simulazioni computazionali. Tra inconsuete mimesi e singolari genesi, tra simulazioni e sintesi, è un’improvvisa produzione (sostenibile?) di nuove, strane nature. Ma che cos’è, oggi, simulazione? Non solo un passaggio di paradigma tecnologico, io credo. Piuttosto, è un nuovo modo di essere (abitato) del nostro pianeta, una vera e propria nuova terraformazione” (Accoto, Il mondo in sintesi, Egea 2022). Un grazie nuovamente al prof. Pentland per il contributo prezioso e alla casa editrice Egea per il supporto straordinario. Un arrivederci al 7 aprile!
